Il ROS viene calcolato come il
rapporto tra la tensione massima e la tensione minima di un onda stazionaria.
Il ROS si calcola in ragione del
logaritmo del rapporto tra la potenza inviata in antenna e la potenza resistuita
al trasmettitore. In condizioni ideali, con l'antenna perfettamente accordata,
tutta la potenza emessa dal trasmettitore viene irradiata, con un rapporto di
onde stazionarie pari a 1.
Man mano che il disaccoppiamento
aumenta, ovvero l'antenna non è più accordata per la frequenza in uso, il ROS cresce
a 2, 3 fino ad infinito.
Un ROS infinito si riscontra quando l’antenna
è fisicamente sconnessa dalla linea, tutta la potenza emessa viene resituita al
trasmettitore e si corre il rischio di “bruciare” l’amplificatore finale di
potenza.
Con un ROS di circa 3 si osserva un
progressivo riscaldamento dello stadio finale del trasmettitore, che può
portare alla rottura in pochi minuti.
Di norma, è considerato accettabile
per la trasmissione un ROS tra 1 e 1.5, anche se raramente si riscontra un ROS
minore di 1.2.
Se il ROS supera il 2 occorre tarare (o
accordare) l’antenna.